ben tolte della discordia, e del tumulto, i
vizj feroci, e brutali ognor prepotenti, infine
gli sressi maestri, e le foriti più frequentate
dell’insegnamento, cioè gli Arabi, e i
Greci, gli uni, e gli altri corrompitori, e
corrotti in mezzo allo stesso esercizio della
ragione, e dell’ingegno per mille abusi di
quello in dispute, cavillazoni, sofisticherie
puerili e di nomi, e di voci, fecero inciampo
a quegli studj medesimi, che tra noi destarono.
La teologia fu in Roma col diritto
ecclesiastico, i sacri carjoni, e la scienza
delle scritture, e de’ padri più coltivata,
come più necessaria, e all’esempio, ed incitamento
di lei furono tali studi assai ferventi
tra le persone di chiostro, e di chiesa
in ogni parre. Se però alcun autor di quel
secolo ancor oggi ha qualche nome, egli e
qualche vescovo, prelato, o claustrale, i
quali promossero inoltre le scuole private, e
pubbliche, educando giovani ne’ monasteri per
le ottime discipline, e specialmente poi nella
musica, laqual dopo il monaco Guido ristoratore
fiorì sempre tra loro, come l’altre liberali
per ornamento di chiesa, e di chiostro,