Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 7, 1799.djvu/120

116 Capo Secondo

di raccogliere a grande studio codici, e libri d’ogni parte siccome sollecito fu di chiamar sempre, e invitare gli uomini più scienziati d’Europa. E benchè troppo presto mancasse, pur non poco giovò certamente a dar moto, ed impulso al rinascimenro dell’erudizione, come dicemmo. E poichè Roma era non meno il centro de’ monaci, che facevan conserva di codici più ch’altri, a monte Cassino, a Farfa, a Nonantola, a Bobbio principalissimi monasteri, benchè talor desolati dagli ungheri, e da’ saraceni, Roma pure di ciò profittava, or chiamando co’ monaci i lor volumi, or volendone copie, ed ottenendole spesso in dono, ed omaggio1.


  1. Il monaco Dungallo, e il gran Gerberto aveano a Bobbio raccolta fatta di codici, e tant’altri a monte Cassino, e altrove, come sopra s’è dichiarato, ed anche perciò è verissimo, che i monaci furono pressochè i soli letterati prima del mille, e dopo ancora per molto tempo, tanto più, che erano gli ecclesiastici stessi, e papi, e vescovi, ed ogni maniera di prelati tratti da’ monasteri. Poco a poco si ordinarono sacerdoti, e si fecero parrochi anche i