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Mille. 107

no i grandi effetti, ed eziandio da contrari principi le favorevoli conseguenze. Piccola cosa ne sembra, ed è perciò dagli storici appena accennata quell’opinion generale, che avea gli animi preoccupati della fine del mondo imminente. Eppur non è credibile quant’essa pregiudicasse insino all’ultimo giorno del secolo X., e quanto danno togliesse il non aspettato principio del mille. L’orror sempre presente d’una prossima desolazione universale, rinnovato da ogni accidente non solito della natura, o tenuto per minaccioso tolse ad ognuno speranze e pensieri intorno ad un avvenire, in cui già disperavan d’esistere neppur col nome, neppur ne’ figli, neppur nella memoria degli uomini destinati tutti a perire. Questa orrenda disperazione non dovette lasciar altri pensieri, fuorchè di continuo terrore, di fuga, di scampo, e dovette chiamar tutti gli affetti a un’altra vita, restando inerzia e abbandono di tutto il presente1. Ma trapassato il pericolo,

  1. Lo studio vano dell’astrologia giudiciaria, la comune credulità, la scostumatezza de’ sacri uomi-