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102 Cap. I. stato d'Italia

storie e leggende, e sopra tutto le poesie ridotte in gran parte ai versi leonini, alle sequenze ritmiche, ad ogni capriccio più deforme.

Prima di levare la penna da questa scena funesta volgiam l’occhio addietro a considerare l’Italia de’ tempi felici in confronto di questa, che non è certo perduta opera, e senza premio, dice il Guicciardino1, il considerare le varietà de’ tempi, e delle cose del mondo. Vediam l’Italia con Roma signora di tutta la terra conosciuta, centro di tutte le ricchezze, e grandezze umane. Quel jus latii, quel jus italicum giunto ad essere obbietto dell’ambizione delle nazioni più illustri sino a muover guerre feroci per ottenerlo, cioè per l’onor d’essere all’Italia congiunti per dipendenza più nobile, quasi participando così della sovranità di lei sul mondo. Tutte le nostre città a gara con Roma ornate d’anfiteatri e teatri e cerchi, e spettacoli sontuosi, piene di famiglie divenute romane, di magistrati romani, di


  1. Storia I. I.