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96 Cap. I. stato d'Italia

di recente venuto a starvi, l’errante avventuriere, che per caso vi soggiornava, il soldato alla fine incerto sempre della sua stanza. Pur ne’ pubblici affari, o contratti ognun dichiarava di vivere or secondo la legge de’ longobardi, or de’ bavari, or dei romani, e secondo ogni legge poi decidevansi militarmente i contrasti; le cause tra principi, e tra privati si decidevano co’ duelli. Tutto in fine era guerra sino a’ vescovi e abati guerrierri e in armi, non che i duchi marchesi e conti, ch’eran soldati più che altro degli imperadori, e nemici poi sempre gli uni degli altri. Per conseguenza ignorante, e rozza era tal gente in ogni studio, ed arte, di cui non ha bisogno, e per cui non ha tempo un vivere disfrenato. La lingua stessa primo legame tra gli uomini, e primo bisogno, è men necessaria, ove bastano cenni, ed anzi urli, che voci, per chi ha la spada ognor in mano a farsi intendere, ed ubbidire. Provveder di che vivere, o come assalir l’inimico, goder della preda per libidine, o per cupidigia, queste sono le idee, le occupazion di tal gente, e a tutto ciò basta ogni linguaggio.