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DIALOGO I,
AMORE, E FANTASIA,
Am. Ambasciadore non porta pena, Vengo a nome del genere umano; che accusavi d’un nuovo caos venuto in ogni classe.
Fant. Chi mai prescrisse limiti al mio dominio, alle mie conquiste? Ognun cerca stendere suoi confini; e non fate voi lo stesso dal cedro all’isopo, dalla reggia al tugurio?
Am. Io non son fatto nè peire, nè pel popolo: quelli han troppi doveri, questo troppi bisogni; quelli nati per comandare mi fanno schiavo, questo nato a servire non sa sentirmi che servilmente. Nel mezzo trovo i miei confini ognor più ristretti da voi, dalla moda, dalla libertà, dal piacer dei sensi, e peggio poi fate per una confusione di leggi, di costumi, della