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per la corte diffuso, e per la città1? Ornai non avrete dunque bisogno di chi ve lo insegni neppure per la pronunzia più delicata toscana, e lo saprete senza maestro per conversazione, e per affetto, e questo affetto, il migliore di tutti i maestri, è per voi ancor più animoso giugnendo insin colassù, dove giugner non suole fuorchè l’omaggio, e l’obbedienza. Sembrami non pertanto, che oltre al parlar la mia lingua, vorrete scriverla pur talvolta, e un precettar vi presento però in questi dialoghi, un maestro del più bel fiore, di lingua purissima, e di quel buon gusto, ingegno, grazia, ed eleganza propria del bel paese privilegiato, che è l’Attica dell’Italia, come sapete. Non temiate già il titolo di maestro sempre un poco odioso al bel sesso, poichè nel mio idioma non si

  1. La corte di Toscana era passata a Vienna.