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Nuovi. 73

I’ air;or platonico in somma, e I* idee del Petrarca, nulla resta di poesia. Bandite dagli epici quegl’ insolenti giganti, o paladini, che rapiscono l’eroine su! punto delle lor nozze, o le ripigliano ai rapitori, spogliate costoro di quelle armadure fatate, prendete quc’loro» anelli, e fate svanire i castelli incantati, voi fate svanire ad un tempo otto o dieci poemi dei nostro parnaso, anzi tutro il parnaso d’un secolo svanirà, se gli abitatori, e le avventure introdottevi ne scacciate, poiché fu ridotto ad essere un tempo non altro che bosco selvaggio con un romito da un canto, ua lumicino da lungi, de’duelli qua, e lì, degl’ incantesimi, e delle streghe per entro alle grotte, ed all’ ombre, con qualche naufragio in lontananza, e qualche battaglia, clic mai non finisce. A ramo misera condizione venuto era l’albergo di Febo, e delle Muse, d’Omero, d’Esiodo, e di rant’altri geni sovrani; nè so se agiati vi siano anc’ oggi tra il perpetuo cantar delle lauree, e delle nozze italiane, che certo non aprono campo a nuove invenzioni, ed a mirabile poesia. Ma per non esser prolisso darò l’ultima mano all’