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Veggenti. | 45 |
di toglierle dai poeti, e da questi però furono piti yolentieri le dottrine platoniche abbracciate, come piti vaghe, ed acconce, diceva EaJlavicino, ad infonder buon sangue nelle vene di poesia. E quindi il Petrarca, che di quella scuola era degno, può chiamarsi il poeta deile visioni, e creò per esse una poesia tutta nuova, sublime, estatica, contemplativa; le immagini quasi sempre, e gli spettacoli dell’ amore avendo davanti ad una nobile fantasiavive, e presenti, e trasformando le piante, le fonti, e le rupi medesime in volto umano, e dappertutto veggendo Laura, e Laura sempre portando negli occhi i e sempre Laura anche morta incontrando, e parlandole, e trattenendola in beatissimi rapimenti, senza parlare di que’suoi rrionfi, e di quelle sue canzoni, che tutte sono visioni, comparse, e sceneggiamomi ammirabili.
Basta avere talora qualche scintilla dell’ entusiasmo per abbellir tutto un quadro, e illuminare tutto un pensiero, sicché diletti, e rapisca. E’ una luce, che si diffonde, e di un raggio fa giorno chiarissimo. Così sembra-