riero i geni secondo loro talenti, ed occasioni ogni cosa nel modo Ior proprio, e le credettero tali giungendo insino i genj filosofi a far de* sistemi colla Visione. E siccome questi vider creando quel che non era, così veggon altri supplendo quel che manca all’oggetto entusiastico. Veggon gli amanti degli occhi, e delle ciglia nerissime, e splendenti, ove o ciglia appena indovinami, ove gli occhi son morti, ed esanimi; come i geloni,- ed irritati non veggono più la be!’Jezza una volta adorata, o veggolio in vece sul volto medesimo deformità, e difetti, che non vi sono. I poeti (i) son più che gli altri soggetti alle visioni, e però di loro parliamo. Basta leggerli, ed ascoltarli, che bea vedesi chiaramente, come ogni cosa dipingono, idoleggiano, e vestono; mentre gli altri narrando, ed osservando, o ragionando,; sin perorando, le lasciano come sono;. e ss dipigner vogliono, animare, e idoleggiare, le metafore, le figure, le immagini confessati di( i ) Nota quinta.