{{Pt|plicità e di splendore, che guastansi, insieme confondendosi. Chi vuoi unir Dante con Petrarca, Tibaldeo con Bembo, Casa con Guarirti, e con Cbiabrera fa di due buoni un cattivo. Pure alcun riuscì tentando d’ornar Ja natura più che gli antichi non fecero, ma sobriamente come Ariosto, Anguillara, e Caro, e Cbiabrera, e Tasse j ma ecco già comincia a vedersi con questi due più sensibilmente i! declive dell’arte e della novità n:’ pensier ricercati, nell’ ardite metafore, ne’ concetti falsi, la vanità in somma d’ usanze, di costumi, di modi singolari, che vanno prima col Guarirti, poi con gii altri precipitando al seicento. Più chiari esempli di prevaricazione ben trar potrei dagli autori moderni, che da tutte l’opere straniere venute a dominare 1’ Italia prendono stili non naturali, ornamenti sfoggiati ■ e dispregiando il disegno, appagami del colorito, non seguono che i Rubens, i le Brun, e gli Arpino e i Caravaggi lussureggiando in ogni maniera di scrivere e di comporre; così piacesi agli occhi e agli orecchi non pensando a muover l’anima, e le più eccellenti sue fa-