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Note. | 349 |
po’ ttoppo creduli, poco metodici, e con poca cronologia, spesso oratori, e sempre prolissi, pur leggonsi con piacere, massimamente passata la gioventù, da chi gusta i Livj, e i Plutarcbi più che i Voltaire, i Rai na i, i Marmontel e tali altri brillanti, frizzanti, e pittoreschi sulla maniera de’quadri fiamminghi. Macchiavelli, Guicciardini, Dovila, Bentivoglio, Par ut a ed altri simili sento leggendoli, che sou miei maestri, non per le sentenze collocate a scacco qua e là, non pe’ dardi lanciati dalla malignità o dall’ irreligione, non per gli aneddoti dissotterrati a pungere la curiosità, ma per quell’ andamento sempre saggio, elegante, armonico, temperato e grave di stile, di sentenza, di vera eloquenza d^ se sicura.
Tra gli uni e gli altri sono coloro, che intendono ad accoppiare insieme l’antico e il moderno, la grandezza e gli ornamenti, la’natura e ¡’arte, onde tolgono al loro scrivere il primo pregio, che è 1’ unità in ogni arte. V’ ha l’ordin composto nell’ architertura, ma è il più difficile e il più pericoloso per quel maritaggio, a dir così, di sempli-