no ranti stili copiati, servili, ignobili, o faticati. I passaggi dolci e lavorati con tanta destrezza, perchè sian naturali e scorrenti, furono ignorati dagli antichi, ed alla fin poi fiaccano spesso ogni eloquenza nell’ opere de’ moderni a forza d’ arte e di studio. Tali doti le trovo ancora ne’ nostri storici cinquecentisti, che hanno quella fisonomia antica, quell’aria greca e romana, onde loro io perdono la prolissità e gli altri difetti. Non ancor guasti dalla moda non fan- gazzette, non cronache, non annali, nè compendi a colonne; fan vere storie di getto senza vedercisi la voglia di piacere o di servire al lertore, o al libraio, senza timori o riguardi, parlan dall’ alto ad una udienza di posteri attenta e docile, non di contemporanei appassionati, e nimici di verità. Invece di ritratti miniati de’personaggi dipingono in grande gli avvenimenti, e impastano colla narrazione i colori, i lineamenti degli uomini colie loro azioni, onde si riconoscon per dessi senza quella cornice, che altri affettano di porre ad ognuno per far della loro storia una galleria. Siano pure un po’