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340 | Note. |
fa strepito e accende curiosità ? E come spes« so le più belle e più dotte son tardissimo conosciute ? Qual dunque fermento può darsi, e qual non dee regnar languore in un corpo sì disunito di membra, e sì discorde ?
Ma perchè non paja questo un gridare all’aria per mal talento, esorterò i romani a questa nuova gloria di farsi centro ed anima degli studi italiani. Roma è metropoli già per mille pregi, e diritti non sol d’Italia, ma del mondo cristiano; a lei d’ogni parte concorrono e i nostri e gii stranieri, tutte le nazioni v’ han di lor gente, e ministri, e corrispondenti, e più le città d’Italia principali. Per quante ragioni vi dee fiorire ogni scienza ed arte, concorrervi ingegni e letterati, che infatti fioriscono quivi in gran numero, benché solo da pochi anni l’antologia e l’effemeridi ne faccian lieve memoria; e per quante quel sacro e saggio governo può mai animare, e accogliere siccome emporio la letteratura e l’ingegno italiano ? Tal fu ella al cinquecento, e in lei può dirsi che nacque e crebbe quel secolo d’oro, e rinnovossi quello d’Augusto nel suo-