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gno, combinazioni e scoperte maravigliose; qui tenebre, e confusione, e imbecillità, passando così ad ogni dodici ore dalle sublimi contemplazioni, dai tentativi e dalle irsven2ioni piucchc umane ai giuochi de’ fantasmi fiìi puerili, alle immagini più bizzarre, alle più irragionevoli e pazze contraddizioni. Per un poco egli c l’oracolo della verità, il regolatore degli astri, il dominatore della natura; in un momento divien ludibrio degli errori, delle larve, della follia; un chiuder gli occhi e un aprirli basta a farlo ora un genio, ora un automa mal organizzato, e inetto a tutto. Altri il disse di Newton.
L’Italia non si conosce più per quella che nel secolo decimosesto avea sovrani, e corti, e città fiorenti ad ogni passo, onde l’arti correvano a gara a servire, a piacere con sempre nuove invenzioni ai principi ed ai privati in palagi, in ville, in teatri, in festeggiamenti; ed era per tutto coltura d’ingegno, di maniere, di valore, di cortesia, e studi, emulazione, coraggio, attività e commercio, e manifatture e popolazione gareggiavano in ogni città e provincia- Dai gè*