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Note. | 317 |
„ que’ boschi settentrionali. Queste immagi„ ni sono per se bellissime, ma senza che ia „ questi quadri tengono quel colorito tetro, „ quale sub luce maligna ec. che chiamasi ,) propriamente fiammingo, passano e ripassano in giro continuamente, cosi che si -, può appropriare a queste poesie quel der,, to, che è nel Form ione di Terenzio: unum ,, noris, omnes cognoris. Nel saggio di Ber„ tola dopo Gesner viene Cronegk. Egli ha „ dei congedi amorosi, che spirano una te„ nerezza romanzesca, la quale non è lonta„ nissrma da nauseare. I pianti de’pastori ., virgiliani quanto sono più veri ! Ma i pa,, stori di Cronegk sono di tempra diversa!
„ essi non la finiscono mai co’ loro concetti „ ingegnosi, e colle loro descrizioni campe„ stri. Anche Hagerdon altro non volge per „ mente, fuorché selve ed augelli. Quest’é „ natura, va predicando il p. Bettola. E i „ greci, e i romani non conoscevano forse „ la natura ? E pure con qual occhio la ve„ deano essi mai ? Con qual linguaggio la „ esprimeano? Se lice personificare il gusto „ poetico, che regna in Anacreome, in Orali zio j