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Note. | 307 |
ti, I’ ?.inor della novità, 1’ esempio degli stranieri condussero alfine i! seicento, coma avvenne iti Grecia, e iti Roma, e può dirsi, che in quella depravazione noi veramente abbiam superare tutte 1’ antiche, e moderne, quasi verificando, che più forte, e mordace aceto non viene quanto dal viti migliore.
Questo vino è quel che parmi per tanto il naturai gusto d’Italia nelle beli’arti, onde affermai che la corruttela non nasce in lei spontaneamente. Mi si facciati vedere di cattivo, e di falso gusto Dante, Petrarca, e gli altri, o di sano e buon gusto i maestri dell’altre letterature > ed io ridirommi.
Ma sin tanto che veggo e il trecento, e il quattrocento, e il cinquecento in Italia, e benché tra molte vicende di gusti, e di stili, benché con difetti, anzi vizi di prose, e di versi, peccar nondimeno.più tosto iti mediocrità, mancar d’invenzione, di sublimità, di fòrza, 0 d’altro, ma non mai deturpar la natura, affinar l’arte, dar nell’ arguto, nel tronfio, nel puerile a forza d’ingegno mal collocato, esagerato, falso, incoerente, ciarlatanesco, in che consiste la ve-