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302 | Note. |
vero innocente ? ec. — “ Vedi Piron Preface.
Un altro poco diversamente scr.vea su la misera condizione de’letterati pe’lor mece-* nati: E quale ammaestramento può illuminare que’ protetto: subalterni, che il sono per sola vanità, che fan vanto d’ esser, sensibili, che rendon vile quell’infelice cut beneficano, che gli fan bere la feccia della beneficenza, pagano gli adulatori, dan pensioni agli schiavi, comprano vittime, e quasi giustificherebbono l’iugratitudine, di cui soli talora cagione, se potesse scusarsi il più odio, so di tutti i vizi > Tra la più orribil miseri ria, e la protezione a’ un’ ignorante non si dee star in forse un sol momento, perché l’infortunio t un nulla a petto dell’ umilia-.
zione, ed è l’avvilirsi, come un lento morire, che neppur lascia all’anima la consola-.i triceidea di credersi immortale, e quindi af->. 1 fermo, che l’orgoglio, che è il vizio della ^ prosperità, è o dev’essere la virtù dell’uo-.jj mo infelice. ~ — Vedi Bar at Tom. i.!
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NOTA XIII. Intorno al 1450. erano ado-