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296 | Note. |
stro secolo dia nell’estremo contrario de’nostri antichi, parlando un linguaggio troppo forzato., e magro, per fuggire la loquacità, il qual prenda le formole della geometria per amore di precisione. Il progresso del filosofare trae seco un, siffatto gusto di scrivere, e sempre è difficile tener il mezzo, e coglier nell’ottimo. Ma di ciò più chiaro potrà parlarsi nell’ opera intiera sopra il nostro argomento, se questo saggio ne possa ispirare coraggio col favor pubblico, ben vedendo ciascuna con quanta circospezione, e in quali circostanze sia scritto, che sono legame, ed inciampo ad uno scrittore. La novità solamente può metter giusto timore,, la quale perchè non sembri una vana mia pretensione, aggiungo per ultimo.
Chi bramasse sapere con dottrina più magistrale, e scolastica quanto può dirsi, e fu detto sull’ entusiasmo dagl’ italiani, leggaj l’abate Quadrio, che di stile, d’ingegno,. e d’ erudizione ricchissimo ne trattò nell’ opera sua della storia, e ragione d’ogni poesia-.
ex professo. Per metterne voglia, qui ne porrò il ristretto, perchè veggasi in lui tutto-