te vivaci, a mostrar sera e velluto lucente, a far volare un velo, a ricamar manichetti, e drappi (sian pur veli e ricami di statue di marmo ); in verità sarem triviali e plebei, copisti e manuali, e buoni pel volgo, che ammira una bella barba o parrucca, in cui si contano i peli, che fermasi al porco di S. Antonio, al gatto del Petrarca, ai cavaili ed ai cani di Paolo e di Battano. Per farci inventori tratriam co’nobili oggetti ed esemplari, come s’impara coltura e gentilezza trattando con gentiluomini e dame, e fug.v gendo la plebe;. con le bellezze e le immagini di Didone, di Venere, di Laura, con ler madonne di Vinci e di Rafaello, co’bambin di Correggio tentando quel quadro, e quella descrizione mettendola a fronte della loro,’ interrogandoli, e correggendoci col loro esenv pio e rimprovero; soprattutto colla natura* nelle viste campestri, nelle fisonemie delle’’ passioni, negli orizzonti, nelle nuvole, nei temporali come il gran Leonardo faceva, e sino in mezzo alle burrasche del mare, quando più infuria, come Verneto tra i marinai che tremavano al gran pericolo, diceva assorto, |