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dure. A Modena son di ciò moltissimi testimoni, a’quali m’appello.
NOTA VII. L’invenzione ideile cose piti difficili che abbia la poesia; onde nella vita di Lodovico Ariosto si legge, che anche esso penava assai ne’ pensieri, e disegni poetici, i quali poi coloriva^fn maravigliosa facilità dopo averli trovati. Que’, che sono poeti per natura, hanno in se stessi le vene, e le miniere d’inventare lor proprie, e singolari, quantunque spesse volte noi sappiano, per non avere già mai voluto scavar nel sasso # sotto cui stava quell’ oro nascosto, e Io van mendicando da altri con 1’ imitazione senza valersi delle loro ricchezze, con le quali sarebbono essi medesimi d’esempio ad altri da imitarsi.’ Nè io qui per invenzioni intendo quelle dozzinali, che si cavano dall’inferno, slegando le furie, o i demoni per qualche impresa; o dalle dipinture che rappresentano le cose avvenire, o da canti delle nodrici, da’ sogni, da’ vaticini, da magie, e altri tali luoghi poetici già conósciuti, e da valersene spesse volte con molta lode, che certamente sarebbe orgoglio il voler ricavare ogni cosa.
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