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256 | Note. |
qualora voglion ridarsi poscia afla pratica, debbono finalmente anch’ essi rimettersi quas9 interamente al buon giudizio, al buon gusto, e alla guida e maestria della natura. Onde _ per quanto studio siasi adoperato intorno 4 qualche tragedia o poema; quando tar comJI ponimentl non incontrino il piacere univer^ll sale, nulla giovano le apologie e difese, coitìy] cui si pretenda, ch’elle siano conformi agl|9 insegnamenti de’maestri dell’arte. Imperoc* chè sono innumerabili gli artifici occulti, Je minute leggi, e le osservazioni fuor d’ogni, legge, onde risulta la bellezza della poesia#!
che noti si ieggon su i libri, nè possono re-j, gistrarsi, e nè pur intendersi se non da chi, per lungo uso prima con l’emulazione d’ eccellenti poeti, e sopra tutto con aver di con-.
tinuo innanzi agli occhj un’idea di bellezz^, sovrana e inarrivabile, dopo molto studio, e molte pruove finalmente giugne ad apprenderli con prenderne sperienza. Nè dee confondersi ogni riscaldamento di capo con quell’ ardore, che chiamasi estro poetico; nè deesi il nome di poeta a chi una volra riesca, felicemente un madrigale 0 un epigramma per