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dell'Opera. | 249 |
’deli0’ph<;*49 stesso un popolo nuovo d’osservatori, calcolatori, sperimentatori, rivolti all’ agricoltura, al commercio, alla naturale istoria, alla fìsica, alla marina, che con metodo, con chiarezza, con diligenza son quasi ministri di que’ geni sovrani, ma di quella grandezza grandi si fanno essi pure, ed impiccioliscono anch’ essi, e gli uomini > e le professioni delle arti più belle.
Ma questo spirito filosofico, a ben rimirarlo, invece di nuocere giovar debbe anzi alle discipline piacevoli, e questo è appunto P effetto primario, a cui noi speriamo contribuire co’ risultati di questa fatica. La buona filosofia distributrice de’meriti, e delle vere bellezze, in vece di vilipendere, » di soffocare le lettere, e Parti, quella appunto sarà, che presieda alla scelta, e al giudizio dell’opere, e degli autori. Ella deciderà del superfluo, dell’ importuno, del falso, che s’ erano intrusi; ella porrà la base del gusto, dell’ utile, del dilettevole, * i confini del bello, e del grande prefiggerà.
Per mano di lei strigner debbesi il nodo comune, con cui P amore dell’ uomo, l’ardor del