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Abusi. | 229 |
rffell*arti sovranamente fondate, e un poca irregolarmente da Sofocle e Pindaro, da Ennio e Plauto, da Dante e Ariosto, da Cornelio, da Milton si giunse alla perfezione sotto il governo d’Euripide e d’Anacreonte, di Virgilio e di Terenzio, di Petrarca e del Tasso, di Racine e di Pope.
Nè piccolo abuso dell’entusiasmo è quello di farne un’arte, e un mestiere, copiandoi da molti, imitandolo, e in ogni cosa introducendolo. Per cagione di Montesquieu, nuovo genio di questo secolo, tutti han voluto esser gen;,- e scriver col suo bell’entusiasmo in ogni sistema,- e in ogni scienza.
La filosofia, l’educazione, il commercio, l’agricoltura, la popolazione, l’inocnlazion del vajuolo si son trattate or colla lira, or col pennello. Un dizionario di gran volumi ed autori è tutto entusiasmo dagli uni agli altri trasfuso, e derivato persino alle manifatture, e usaro dall’artigiano. Passò in un giornal letterario, e finalmente in una gazzetta pur letteraria. Così tutti vogliono, tra certe nazioni massimamente, esser quello , che gli altri sono, e diventasi Omero, e Pia-