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Classi. | 213 |
a seguirli; sembrano essere questi sentiti da un gusto più fisico., che non sono i sublimi robusti,. e il bello par più sensibile anch’ esso in questo lor gusto, che va più al cuore, ed alla passione, che r.on alla elevazione, e alla maraviglia. Vegliamolo nella natura. L’ alba e l’aurora, i ruscelli e i boschetti, i zefiri e la primavera hanno un bello gentile, e gustoso, mentre i cieli ed il sole, il mare e (e selve, le rupi ed i venti destano idee grandiose, e stupende!
il cinto di Venere, le ghirlande di Flora, L teneri affetti pastorali di qua; la forza d’Ercole, la maestà di Giove, le passioni tragiche, e le vicende epiche sorprendenti dall’ altra parte; infine la greca amenità, sobrietà, gentilezza a fronte della romana magnificenza possono darne un’ immagine degli scrittori diversi, e delle anime, ed indoli delle due classi. Le une elevate, eroiche, forti, ed ardire; l’altre facili, affettuose, modeste, e queste rrionfurici per la dolcezza, come quelle per la grandezza. Chi cercasse qualche ragione di ciò tra Omero, e Virgilio, per esempio, rifletta, che il greco in