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212 | Classi. |
mai cacr.ri r.el falso, e nelle difformità, che in così lungo lavoro, e in tanti quadri nessun altro evitò. In lor trovasi quella grazia nativa, quell’ invisibile fascino ascoso col velo deila pudica decenza, che dapprima poco promette, dissimula assai, ma si sostiene, e cresce, e incatena quanto è più octìi culto, ma vario sempre, ma sempre nuovo« è il piacer, che ti spjra. Ogni suo tratto » e parola viene non aspettata, e colpisce colla sorpresa-, che in quella semplicità non si prevedeva; sicché alfine senza disagio alcuno ti trovi appieno contento, e beato.
Gli altri spesso con urto, e con violenza disgustano, o fiaccano anche in mezzo al belio, e al grande, che ti rapì. Con questi va la maraviglia colla bellezza svelata, ed ardita, che tutti scopre ad un riatto i suoi pregi, e la sua luce, ma spesso t*abbagliai no, e di leggieri ti lasciano sazietà, o almen desiderio, che adempiano quanto promisero, ed è ognora difficile d’adempierlo.
Spaventano col terrore, mentre gli altri n’ allettano. Levano a forza, e rapiscono:, e quei seducono, e muovono spontaneamente a sei