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196 | Governi. |
no mostrarsi:ra quella rozzezza, se non se per 1’ amore ci libertà, di vittorie, e di conquiste, o con qualche barbaro applauso, e cantico di tradizione ad onore de’ lor capitani, e delle azioni più luminose. Poco a poco s’acquista nuovo terreno, si moltiplica gen- i.
re, si riconosce l’amor della gloria, 1’ amor della patria, l’amor del dominio; ma l’e-* guaglianza de’beni, e la frugale coltivazione di quelli cedendo, e scemando in quella nuova abbondanza di popolo e di mani guerrie-ijfl re, o coltivatrici, alcuni cominciano ad impiegarsi nella guerra soltanto, altri nell’ agricoitura, hanno tempi d’ozio, hanno ricchezza, hanno gusti, e comodi proprj; e venendo la pace, que’gusti, què’ comodi, quelle ricchezze si volgono a professioni lucrative, Tranquille, e piacevoli, onde viene J il commercio, e l’industria, poi lettere, ed 1 arti, e mestieri, e lusso, e amor di fama,j| onde sorgoao i gen;, e i’ entusiasmo.
Non n’e nasce però decadenza, o mollezza, perchè ancora gli stati son limitati, dura ancora l’emulazione, e l’amor della patria, non odiasi la fatica, massiroamenreper !»