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Grecia. | 181 |
Ben ripeto frattanto, ch’io lascio il giudizio ad altrui per timore de’ pregiudizj, e dell’educazione. Giovi in parte a scusarmi ciò che fu avvisato da non so chi, esser giunto il gusto delle arti, e l’eccellenza del bel sapere in tal pregio in Italia, che ottennero il nome della virtù.
Ma come avvenisse, che i romani sì lungi restasser dai greci, e i nostri italiani vi sian giunti sì presso, quantunque d’un clima medesimo, di ciò faremo alcun cenno, e meglio ne verrà altrove da esaminarlo.
Intanto mi piace finire il confonto d’Italia con Grecia, mostrando quanto secondo la storia procedessero similmente i lor passi nelle vi-
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condizione essenziale. Secondo. Bisogna, che il governo presa abbia una forma costante, e che abbia però fissato il carattere della nazione. Terzo. Da questo carattere deve un altro venirne alla lingua, moltiplicando le formole esprimenti il gusto più dominante d'un popolo. Quarto. Ciò fassi adagio nelle lingue formatesi dagli avanzi di molt’altre; ma vinti una volta gli ostacoli, le regole stabilisconsi dell'analogia, fa progressi il linguaggio, e i talenti si spiegano.