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Grecia. 177


pera greca, quando mancarono Je provincie da trionfare. Le ville, Je fabbriche, i templi tutto fu greco in Roma, e fuori: i romani s’ingentilirono, e son famosi al mondo pel gusto greco; e l’oro del bel secolo, coinè J’argenro del susseguente vennero dalla greca miniera, e di man greche furono lavorati.

Eppure con tutto questo, e con ¡studio, gd imitazione, e comunicazion tale di grecia non inventarono nulla i romani, e furono sempre discepoli, come se Panima creatrice, ed il talento delibarti non allignasse fuor di quel clima. Ma l’imitazione, ed emulazione medesima giunse almeno all’eccellenza degli originali, e maestri ? Orazio confessasi inferiore di molto a Pindaro, Virgilio tanto cede ad Omero, che quasi tutto il meglio dei due poemi nel suo derivò, e una sola similitudine (per dir questo solo) non ha forse l’eneide, che da quei non sia tolta. Cosi può dirsi degli oratori, degli storici, de’ poeti, tra quali i tre famosi elegiaci in più luoghi furono ancor traduttori de’gre:i, per non parlare della tragedia, che appena eonobbesi in Roma; restando solo alcun Tomo IV. M van-