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14 | Genj. |
stinto sopra l'usato cantar da se per la strada. E così giunsero in fatti alla prima eccellenza dell'arte, anzi al prodigio, che di lor fama empì l’Europa, e rapì le nazioni.
Del pari nominerei volentieri i signori Tartini, e Dallai suonatori di violino a me noti; e più da vicino il signor la Houssaye, che com’essi suonando mi penetrava profondamente nell'anima, ed era egli pur penetrato.
Senza quello stromento era uomo quieto, modesto, amico d’ozio, e di pace. Ma preso il violino, eccolo un altro. Si risveglia, si scuore, s’accende co’ primi arpeggi, come un amico, ed amante all’incontro è al possesso del suo caro bene. Par, che abbracci, e s’interponi: il suo genio scalderà il tuo; saprai crear col suo esempio; questo è l’effetto del genio, e gli occhj altrui renderannoti il pianto trappoco, che t’avran fatto spargere i tuoi maestri. Ma se l’incanto di questa grand’ arte ti lascia cheto, se non hai nè delirio, nè rapimento, se ciò che ti rapisce non ti par beilo, come ardisci di chiedere cos’è genio?
Uom volgare non lo profana questo nome sublime, qual prò di conoscerlo? Tu nol sentiresti ~ Diz. de Musique de I. I. Rousseau.