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Grecia. 175


massimamente in quel linguaggio d’ogn’ altro più armonico, più pittoresco, più ricco, come anch’oggi il sentiamo, benché a forza di studio, e tra mille incertezze. Ed è il linguaggio, come ognun sa, l’impronta più cerra a distinguere i genj, ed i caratteri delle nazioni, siccome è 1’ ultima a perdersi, perchè la più intima a propagarsi di madri in figli (1). Che dilicato orecchio, e sdegnoso era quello de’greci, se fino la bassa plebe d’Atene sapea discernere a un minimo accento un colto straniero, che dopo lunga dimora, e studio parlasse lor lingua ? Una sola parola quante cose ne dice? Quale rotondità musicale anche noi ci sentiamo, che si poco possiam sentirne, e qual sentivala Orazio} che dicea le muse ai soli greci aver dato il rotondo parlare col genio felice ?

Or con Orazio appunto vegniamo al para(1) Onde dicesi lingua materna „ facilita enim mulicfes incotruptam antiquitatem conservarli, quoti multoTur» sermonis expertes renertt semptr qua prima didictrunt. „ De Orat. 1. 5.