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172 | Grecia. |
Dove infin quel pennello, che descrisse: lavori, e la fucina volcania, dipinse un Acni!le, un Ajace, un Ulisse, e tanti eroi, e tanti Iddìi del cielo, degli abissi, deila terra, e del mare, e mille immagini piene del più bel fuoco, che scalda ancor 1’anime generose dopo ben due mill’anni, g. forse tre, e quattro milla ( i ) ì A quel fuoco ecciiaronsi Un popolo vero d’eroi, di legislatori, di guerrieri, di politici, e di sapienti. Sette per eccellenza si dicono i saggj di grecia; con lor Licurghi, e Soloni, dopo loro Temistocli, ed Alcibiadi,.
Milziadi, ed Aristidi, e i chiari esemplari sovra ( t ) Ma che più dire, se abbiamo sin da^ gli antichi quel celebre basso rilievo in marmo con l’apoteosi d’Omero seduto in troi.o con alla mano le scettro, e presso, ed intorn? !e delle arti, delle muse, e della virtù, l’iliade, e l’odissea da fianco, e Gif1ve in alto, che al coro lo annovera degli Dei? Corone d’alloro, alrare, vittima, e sacerdote, che sagrifica al nuovo nume. Le 17 figure lavoro son d’ Archelao figlio d’Apollonio di Priene, e si bel monumento in Roin^ si serba, e s’ammira. Alessandro Mas’«) tenea seco l’iliade in un vaso d’oro.