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Climi. | 149 |
¿atteri, e sì per ¡a soave forza d’ un gruppo d’afletti, e di passioni, che non lasciano languire un momento la scena, o svagarsi il cuore fuor del suo centro. E’ scusabile forse Voltaire, per aver dovuto seguir l’uso, ed il gusto assai raffinato de! suo teatro f perchè la sua lingua è men possente, perchè Maffei s’avea preso il meglio, ed egli ha dovuto ¡mirarlo, perchè aveva esaurito il francese se stesso in molte altre tragedie.
Ma il Ma Sèi non avrà mai bisogno di scuse, finché gli uomini avranno entusiasmo d’una felice, e spontanea natura.
E‘ anche verissimo, che gran talenti, e mirabili sparge in quelle nazioni la stessa natura, ma manca lor torse quell’influsso segreto, quel non so che o del cielo, o dell’aria, o de’cibi, o dell’origine da’maggiori, che tempra gli organi, e modella i cuori, e le fantasie. Perchè se ogni nazione ha un carattere proprio, che la distingue, e manca alle altre; perchè non può avere una maggiore, o minore attitudine anche per 1’ arti ?
Gl’inglesi son riputati d’aver più immaginazione degli altri europei; le lor opere he fati-