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128 | Storia |
dello Squarcione e del Verrocchio erano la tutto grossolani e ridicoli per vera barbarie-».
Successero a quelli i secchi copiatori servili senza prospettiva, a poco a poco cercando e trovando or questa, or quella bellezza, ina, stando alla verità quasi ignuda: vennero i Francia, Mantegna, Gio: Bellino, Pietrp Perugino. Gli scolari di questi furono i Vin, ci, i Correggi, i Rafaelli, e per essi venne»’ il meriggio più chiaro, toccossi il perfetto, il non più oltre. Eisognò dar addietro, e vennero i pittor manierati, come diconsi i graziosi, i ricercati, i pomposi, benché decUv tro a certi limiti, e non all’ eccesso. A qui sto giunsero i successori, e fu grande la decadenza, come ognun sa.
Così tu della poesia, dell’oratoria, dell’arj chitettura, e così in tutte le nazioni pocp-’J diversamente. Si consideri la poesia tra noiJI Siccome dopo i canti fescennini, o saturn&JB li, e le leggi scritte in versi vide Roma Pacuvio, Lucilio, ed Ennio -, così noi dopo il mille, in cui i versi leonini, gli acrostici, e simili furono in uso, e qualche voi’ gare versificazione mezzo latina, e mezzo i ita-