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Conclusione. 123

Chi sulla storica verità volesse fare il ritratto del genio co’proprj lineamenti da noi osservati dovrebbe così concepirlo.

Un uomo non giovane, ancor fresco, e robusto con occhi ardenti, che scende di cielo tra rai di luce. Febo, e Minerva lo seguono a fianco, ha in mano fiaccola accesa, che stende verso la terra. Il fuoco, e lo splendore di questa fa uscir dai boschi gli uomini incolti, stendendo a lui le mani; egli lor sorridendo gl’investe della sua luce, e porge loro vincoli d’oro; mentre le due Deità 1’ una offre la lira, e il compasso, dopo l’altra, che dà le leggi in un libro, e bilance. Già cominciano alcuni ad arare la terra, guardando in lui tratto tratto, a temprar metalli, a fabbricar navi; altri dipingono e scolpiscono in. un luogo, ove già sorgono case, templi e città. Fuggono da un lato la mentii pochi verificato, e non per breve tempo e sino all’estremo. Ben altri che Seneca de^ gno era d’ammirare un cotale spettacolo.