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Passionati. 103

dirsi più certamente esser lui stesso affettuoso e tenero per natura. Che mi tocchi in Andromaca, o nel Pastorfido, nell’ elegia, nell’ oraziou funebre, o nel quadro della crociffissione, del giudizio, o d’un martirio, o d’un penitente, gli è suo dolore, e sarà forza d’imsjaginazione, e. al più dirò, che meglio d’un altro la fa givocare. Ma che Achille nel suo furor d’improvviso s’intenerisca, pensando alla morte di Patroclo; Ulisse affacciandosi al mare tosto ricordisi d’Itaca e pianga; che andando per la campagna a diporto, e nel mezzo alla descrizione voli ratto il pensiero a Lauta, o nel caldo della battaglia volga l’occhio a cercare d’Angelica, o di Bradamante; ciò palesa il poeta affettuoso. E siccome d’un infelice la mestizia interna, e abituale si sente nel suo parlare, e nel suo scrivere, così chi nacque con certo cuore, non può nascondersi a lijngo ne’suoi componi, menti-anche lontani dal cuore, essendovi sempre tra questo, e gli altri la differenzache veggiamo talora in chi è virtuoso per sua scelta ed indole, ed in thi non lo è, che per forza, e timor delle leggi.

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