averne, e non incorre taccia, od invidia un» tal pretensione. Or’ io dico esser tempo ornai, se la buona filosofia vai pur qualche cosa nel nostro secolo, di far parti più giuste, e dare alle doti del cuore un luogo almeno eguale a quelle dello spirito nell’ estimazione, e nel giudizio, che facciamo d’altrui. Chi sa, che ponendo noi attenzione a questa parte dell’uomo non vengasi poco a poco a misurare i meriti, ed i demeriti’ a fare una scala di gradi della sensibilità dei cuori, a distribuire le parti nella scena, e negli uffizi, e ne’ doveri dell’ umanità, come si è cominciato a calcolare, e graduare le diverse abilità degl’ ingegni, e le specie, e le classi dei talenti, e degli studiosi. Allora potremo sapere (per tornare al nostro soggetto più da vicino) quanta parte ha la passione dell’entusiasmo, e quanto entusiasmo ci passione influisca nelle arti, e costituisca i genj maestri di quelle, e allora infine, se piace al cielo, le belle anime, e generose avranno il primo luogo coronate per mano della virtù, che nei cuori sensibili ha vera sede, e non più l’usurperà, come suole, or I’au: