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dell'Opera 27

dall3 impeto, e dallo spirito di furore appar.

tengono alla prima, e le fiamme, gli ardori, Je gioie, i trasporti per accendere altrui alla seconda; quella va al grande e al bello mirabile, e Io presenta a questa, che ne sente la forza, lo ama, ne gode, e lo diffonde d’intorno a se: tutto poi è celeste, divino, spirato dall’alto perch’è fuor d’uso per ogni altr’arte, o professione, che liberale non sia, o non si accosti almeno all’arti liberali, in seno alle quali è propriamente la sede dell’immaginazione, e della sensibilità. Ed ecco le metafore ed i traslati tolto loro il velo ridotti a giusto e filosofico senso intelligibile a chiunque è capace per dono di natura di rale filosofia. Ecco perchè il vero poeta parla, pensa, dipigne, inventa diversamente dagli altri uomini, che s’innalza, si scalda, commovesi oltre l’usato, che sembra infine non operar da se solo, ma trasportato e rapito sopra e fuori di lui per una forza e da un impeto maggior di lui; e così a proporzione i veri oratori, pittori, e lor compagni nell’arti eccoli posti secondo l’indole loro e talento in una classe particolare. Questa, par-