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dell'Opera 25


Ali’OfERi.2f attribuì a’ poeti, celeste istinto ¿eli’ ani-, ma, e quando lor diede per sola maestra la natura con certo spirito quasi di-vino, e replicollo pur nuovamente come detto da Platone, e da Democrito. Così il Tasso nè discorsi poetici, crediam, dice, esser pieno il poeta di verità, e da divin fuoco rapito sopra se stesso, e sovra l’uso comune, e quasi con un altra mente, e con un altra lingua gli S! concede pensare c favellare. Boccaccio infine la poesia definisce un certo fervore di scrivere o dire astrattamente e stranieramente quello, che avrai trovato, il qual derivando dal sei à’Iddio a poche menti, come penso, nella creazione è conceduto.

Laonde, perchè è mirabile, i poeti furon rarissimi (1). Or io domnndo se un tal linguaggio di questi, e di mill’altri così gravi autori debba prendersi rutto per un cotal modo di dire figurato, e metaforico, che nulla chiuda in se di vero e di proprio; se l’Entheos, e il Foèos de’Greci, i’ affiatus spi(i) Gtneal, degli dei.