poi allo stile que’ buoni antichi pensarono, che la proprietà delle parole, l’aggiustatezza delle metafore, la sobrietà delle figure, e delle comparazioni fossero doti bastanti del bello stile unite alla purità della lingua, all’eleganza, all’armonia, e a tutti i pregi, che sol sà dare il talento naturale e bene esercitato senz’altr’arte, che quella delle buone letture, e del consiglio degli ottimi giudici nel buon gusto, e soprattutto di quel gran segreto poco ognor conosciuto ed usato, il segreto di cancellare secondo l’avviso d’Orazio, di Pope, e della sperienza. I moderni all’incontro han dati senza stile trattati dello stile, han voluto insegnarlo per geometria, e per analisi risalendo a’ primi elementi de’ pensieri, e delle parole, pesando a rigore il valor de’ vocaboli, tracciando le proporzioni delle metafore, onde venissero le frasi, i periodi, e le figure dimostrativamente fondate nelle leggi primitive dell’anima, e degli organi suoi stromenti a spiegare i concetti spirituali colla meccanica facoltà della parola. Quand’uno abbia trovato il bel segreto di così scrivere e ragionare per angoli, e per