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272 | Analisi |
ficj e servitù, non osservano gli andamenti de’loro malevoli, e però son condotti nel laccio. Quindi son liberi, e amanti di libertà lino a non poterne far senza lin tutta la sua estensione; onde repubblica è detta la letteraria, e tanto più nobile, quanto essendo gli individui avvezzi per abito a dominare i lor sensi, se volgonsi alla virtù, vanno all’eroismo. Da tal astrazione lor vengono le idee sublimi del bello e del grande, le quali siccome attinte alla pura fonte della natura lungi dalle modificazioni sociali, nascon le ¡stesse in molte teste egualmente senza bisogno di copiarsi a vicenda; sebbene i più brevi di vista non veggano questa necessità d’incontrarsi nella sublimità degli autori, e però gli accusin di plagio.
( i ) Successe la visione, da cui se tanto «i renda abituale, che evitar non si possa, si vide nascere la pazzia. Pur troppo e Pascal, e Cartesio, ed il Tasso giustificano il rostro pensiero. Ma la visione in grado più giusto ci dona gli uomini più ameni, come quelli, che rutto veston d’immagini anche nelle conversazion familiari: modo detto da noi colorito. Omero fu sommo in visione, e lo sono gli amanti massimamente poeti, felici in veder mille bellezze, che le lor donne non fanno nemmen sospettare. Questo aver poi gli oggetti davanti così chiari, e evidenti, fa trovar ccrte ferme di dire, le quali abbrac( I ) Veggenti.