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266 | Analisi |
Analisi Ja vera eccellenza dell’arte, anzi niente vedrà fuor di quella, posta com’è nel dipingere vivamente se sresso. Tutto questo ne spiega come negli aurei secoli i sommi autori preferissero il patetico, e fossero più grandi in ciò che in tutt’altro; e perchè al contrario cessando tal eccellenza di studi si volgessero tutti al gigantesco e al sonante. L’istessa diversità che passa tra questi generi quanto al comporsi, vi passa quanto al sentirli; perchè i comenratori e scoliasti negli autori divini che han dinanzi, altro non trovano che grandezza e sublimità a differenza dei lettor più gentili. Queste ultime passioni poi fondate nel patetico quando sono a grado sommo creano un sublime proprio di loro, e però nelle rime funebri, nella frenesia d’un amore sfortunato superano se stessi gli autori alzati dalla forza delle circostanze, siccome i freddi copisti e imitatori son per l’opposto meschini affettando una passion che non hanno. Hanno dunque ambi i generi il lor bene e i| lor male; e se nel terribile abbiam Io svantaggio di minor lode in finezza, e di maggior vicinanza alla deformità; abbiamo in compenso maggior facilità ad esser eccellenti in un ottimo genere, e l’altra d’aver un uditorio più facile e pronto a ricever da noi le impressioni.
(a) Con che già siam giunti all’ultimo grado dell’entusiasmo, la trasfusione o comunica(a) Sesto grado. Trasfusione,