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dell'Entusiasmo. | 255 |
Dell’Entusiasmo.2J5 rione ossia nell’astrazione dagli oggetti este^ riori, circostanti, particolari, comuni, nella quale il sentimento interiore, e la contemplazione delle proprie idee si fa più forte, escluso l’interrompimento di nuove sensazioni triviali. Ne vegliamo l’esempio nelle espressioni comuni agli esordi de’poeti; fuggire il volgo, vedere spiriti celestiali, sprezzar vincoli e convenienze di società ec. Tutto ciò mostra voler l’autore chiudere l’adito a ogni oggetto straniero, turar i sensi, e abbandonarsi liberamente a contemplazioni di cose superiori. Quell’invocare spiriti, quel rappresentarsi Dei ei essenze superne suonano tanti ajuri, ch’ei cerca a determinar il suo pensiero lontano da quanto gli stà d’intorno. Prova dell’utile ci tal astrazione è la cecità de’tre maggiori poeti, che ci sieno vissuti, la quale diminuendo il numero delie sensazioni esteriori accresce la forza interiore quasi direi negativamente. Perciò la virtù eccita il maggior entusiasmo, coinè cosa elevata sopra i sensi, e perciò la natura istessa non può destarlo, se l’artista avveduto astraendo da ogni forma particolare non.
tronca la comanicazion troppo stretta coi sensi, per elevarla sopra essi in certo modo.
Le produzion di tal genere ingrandiscono e sollevano, perchè tutto ad un tratto ci staccano dalla nostra consueta forma di sentire, ma le diverse de’ cinquecentisti, i quali copiano e imitano, ci lascian freddi per l’opposta ragione, dalia quale pur si deduce che quanto incomoda, lega, e distrae il sentimento interiore, lascia le sensazioni esteriori e par/