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Note. 245

{{Pt|NóT¿.i4j catene, in valle di pianto, in notte tenebrosa, giuoco delle passioni, schiavo degli appetiti brutali, pien d’ignoranza, di contraddizione, d’iniquità, e presto ad esser gittato in eterni supplici. Tali oggetti pir troppo veri, io ripeto, come fanno più grande, e più bella l’eloquenza sacra, sicchè et corriamo in folla’? Io parlo all’umana, e rispetto la parte che ha’ in ciò la grazia, e Dio per non profanarne la sanrirà. Ma fuor di ciò parmi ancor, umanamente parlando, sentire il sublime nella mia stessa umiliazio’* ne e tristezza, ingrandendo l’immaginazione in una scena, che in mezzo al lugubre, e^ al terribile mi presema in prospettiva un gran destino dell’anima; la sua immortaliti, la prima origine, e la storia’ del genere e delle vicende umane sino ab’antico, e scorrendo con esse i secoli trapassati, e i futuri fino in seno ¿’eternità. Qui mi commovo e risentòmi profondamente tra il timore del mio naufragio, e la speranza in me più possente del perro, tra la morte del corpo, e la vita miglior deilo spirito immortale, della sua pace, litizia, e libertà, cui per intimo Utic-