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Note. 231

sitamente la lirica può quasi cliiamarsl na sogno; che si fa in presenza della ragione; id ella vi sta sopra con gli occhj aperti a rimirarlo, e averne cura; o pure si può di.

re una pazzia di fantasmi stretti a guisa de’ fimosi nei legami del verso, e tenuti, per cosi dire, a scuola di morale, sotto la verga d’un severo giudizio, e sotto gli occhj d’uni perspicace intelligenza.... Talvolta un pensieruccio’di niun conto ci fa un romore in testa, a guisa d’un moscone d’estate chiuso entro una piccola stanza, che va su e giù ronzando per I’aria, finche fermatosi su i vetri o sul muro, si vede esser cosa da nulla ciò che menava tutto quel mormorio. In somma ( come ben osservò Quintiliano ) tutte le cose nostre allorchè ci nascono e ci si muovono per la mente, ci pajon belle, e ci sembran gran cose; onde conviene averle per qualche tempo sospette, finche la mente nost i, cessato l’ondeggiamento de’pensieri, ¡appresemi le cose, com’elle sono. Quindi un lungo, e ostinato contrasto con un vespaio di scrupoli che ti assedia da ogni parte. Una rima ti si è nascosa nel celabro, e Q 4