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220 | Note. |
generale son pochissimi dotati di natura!?
eloquenza, di regolata immaginazione, fi; giusto raziocinio, e delle doti esterne di bella voce e persona, e pochi insieme che uniscano a tutto ciò studio grande de’gran maestri, dottrina di padri e di scrittura sacra;.
senza le quali non v’è sacra eloquenza sublime. Il poeta sopraccitato nodrito era alle fonti poetiche delle bellezze greche, latine, italiane, di storia e di favola, possedea molte fisiche cognizioni, e il fiore della sua lingua con grata voce e figura, e con un cuoe dilicato, come seco vivendo il trovar.
Per altro gli antichi greci e latini non si obbligavano alle parole, e M. Tullio nel terzo ad Erennio e nel secondo dell’oratore; come pur Quintiliano al libro secondo capo secondo parlan d’un artifizio usato allora per far nascer da se facilmente l’espressioni per via d’immagini sensibili, e in tal modo ordinate, che corressero prontamente sulle labbra. Ma neppur tal memoria artificiale non » può supporsi in Dsmosten? o in Tullio nel recitare le lor filippiche spiranti fuoco e rapidità spontanea nata sul luogo; bensì trovava-