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Note. | 203 |
Con lui sembra accordarsi I’abate Batreux dove tratta del principale oggetto delle bell’arti, che è il piacere. Gli nomini, ei dice, avvezzi a queste bellezze naturali, e avendole tutte espresse n’erano sazj > e languivano in una lenta uniformità; quindi perchè fosse inesauribile questo amor del piante j composero una bellezza ideale, la quii potesse colla varietà produr sempre qualche nuovo diletto, creando sempre nuove bellezze.
Molt’altri veder si ponno da’ citati a principio, i quali lungo sarebbe riportare, e ripetere dopo tante ripetizioni fatte in questi tempi da tanti autori ancor sommi filosofi riputati. Come ad esempio Voltaire e Akenside non altro han fatto che ristringere gli undici fogli dello spettatore d’Adisson cojainciando dal numero quadragesimo secondo intorno all’immaginazione; quegli nell’articolo immagination delle sue quistioni enciclopediche, e questi nel suo sublime poema de’ piaceri dell’immaginazione così eccellentemente tradotto a dispetto delle difficolti piìi terribili dal signor abate Mazza.NO-