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Passione | 171 |
fonila impressione che fk nell’anima, Io spavento, e l’orrore del pericolo proprio, ovvero d’altrui, che si fa proprio ha più for-, za, e dura più lungamente d’ogni altra.
Chi ne parla trova le immagini più evidenti, e più poetiche, e i colori più espressivi, e adattati, anzi basta il silenzio, la immobilità, il gesto, il guardo, il volto a dipigner10 vivamente; e a ciò la mutolezza, l’oscurità, il voto, la solitudine, la confusione, 11 disordine giovano più che le parole, e Io stile, e la chiarezza d’una minuta descrizioni ordinata. Alcun però volle, che vero sublime non fosse, fuorchè nel sentimento del terrore, e dello sbigottimento, poichè scuote l’anima nel maggior grado di forza, e di maraviglia. Il gladiator moribondo di Ctesila, dicono, fu pur messo da Plinio sopra tutte le più stupende opere dell’antichità. Certo il terrore, e la pietà tengono luogo primario e sulla scena, e nelle arti tutte d’imitazione, che hanno tutte perciò del tragico entusiasmo. ( i ) Ccr.’.a poi queste { i ) Nota decima terza.