imi la si commovessel-o que’ grammaticali co* mentitori ed eruditi, che fecer le note alla Didone di Virgilio? Quali anime di ghiaccio esser doveano per non lasciarsi cader la penna di mano, per non piangere su quella terribi! passione, e quei passi divini invece di pedanteggiare su le parole, su la grammatica, sa d’ogni minuzia più frivola? Ma di ciò altrove. Chiaro è frattanto, che il cuor trionfa s’innalza trasvola in estasi affettuose, in sublimi immagini, in impeti d’amore sovrumano, talchè ivi sembra trovarsi nell’aria nativa e nel proprio centro il più bello entusiasmo. Basta il Petrarc:: a convincerne chi l’intende. Vero è che in Italia è ciò giunto all’abuso per la triviale maniera del verseggiar amoroso, ad ogni occasione e d’ogni poeta, e per P ¡stessa ragione, per cui si dice insopportabile in poesia la mediocrità, divenner pur essi insopportabili gli amor freddi ed imitati. Ma sempre i veri poeti commossero intenerirono rapiron gli altri e se stessi. Dipingono allora con pennello di fuoco e con calore di tinte i più vivi affetti, i casi più dolo-