nelle parti sue solitarie, tra quegli avanzi di tanti secoli, che sapete esservi passati sopra calpestando come voi fate in silenzio le generazioni sepolte, le ceneri di que’ dominatori della terra, i gran marmi svelti dai palagi immensi, e fatti per l’eternità. L’erba che li ricopre, l’armento, che vi pasce, il pastore seduto su quelle colonne rovesciate, sotto quegli archi mezzo infranti, che neppur sa cosa siano stati, che canta e corre ove avrebbe tremato d’inoltrar da lontano, il diserto tutto intorno, l’acque stagnanti, e putride, i rari e taciti passaggeri, dove ben vi ricorda esser trascorsi milioni d’abitatori, esser passati cocchi trionfali, e re incatenati, esser sorti anfiteatri, e templi, e fori, e statue, e piramidi; mille pensieri di grandezza, e d’orrore, una compiacenza forse segreta di sopravvivere a tanta strage, di ritrovarvi solo qui salvo dalla forza desoJatrice del tempo, di premer col piede tanti occulti tesori, tanta superbia e potenza atterrata, qual tremito in cuore, quale scossa alla fantasia, qual estro audace non vi desta nell’anima » sublimi immagini, ad invenzioni